L’altare

Susanna Agnelli
di Filomena Baratto

Vico Equense - Il nostro paese vanta un patrimonio artistico unico al mondo ma la nostra conoscenza si limita alle opere maggiori, trascurando quelle che non sono alla portata e che non hanno la dovuta considerazione. Anche Vico è una città d’arte: chiese, monumenti, castelli, tele e finanche altari di un certo rilievo. Ce n’è uno che è stato riportato alla sua bellezza originaria grazie alla senatrice Susanna Agnelli che si occupò del suo restauro: l’altare ligneo della chiesa dell’Arciconfraternita dell’Assunta. Durante i lavori di restauro architettonico della Chiesa con la vigilanza della Soprintendenza, l’architetto Antonio Irlando notò l’altare, forato e pieno di tarli e chiese di poterlo integrare nella ristrutturazione e restauro della chiesa. La risposta fu negativa, l’altare non rientrava nel progetto e pertanto fu coperto al fine di preservarlo dai pezzi di calcinacci e dalla polvere. Il miracolo avvenne quando l’architetto Antonio Irlando incontrò la senatrice Susanna Agnelli, a passeggio per Vico con il senatore Mario D’Urso. In quell’incontro l’architetto lamentò il suo dispiacere a vedere l’altare così ridotto mentre una volta doveva essere uno splendore. Tra l’altro le perline di cui era impreziosito cadevano per terra e si perdevano, un dispiacere per lui assistere a questo sfacelo ben sapendo che poteva essere ripreso e restaurato. Tanto bastò per scuotere l’animo sensibile e attento della senatrice. Certo se l’architetto non si fosse sentito attanagliato dal pensiero di doverlo abbandonare per non rientrare nei fondi destinati alla chiesa, anche la senatrice non avrebbe avuto quell’interesse scaturito dal rammarico di non poter far nulla dell’amico. E così una normale passeggiata per Vico si tramutò in una visita alla Chiesa e all’altare. La senatrice non si limitò a guardare, volle ispezionare l’ambiente e osservare scrupolosamente ogni meandro e con accuratezza l’altare, finendo per sciupare la sua sciarpa inservibile per la polvere raccolta. Quei corallini e quelle perline che pendevano fecero capire con quale cura era stato montato e già lo immaginava nella sua bellezza completa mentre lo stato di degrado in cui versava, faceva venire un magone. Susanna Agnelli si adoperò per reperire fondi e nel 2000 la Banca Europea contribuì con 220 milioni di vecchie lire con cui la senatrice si impegnò nel restauro dell’altare curandone personalmente i lavori.
 
Oggi questo altare è una vera chicca, una bellezza unica nel suo genere, culto per veri intenditori. Non si conosce molto della sua storia, probabilmente la parte centrale appartiene al primo 700 e quasi certamente in origine era un altare che veniva spostato all’occorrenza per cerimonie lontane dalle chiese, in case di nobili. Successivamente fu ampliato per prendere le attuali forme e grandezze. I decori sono dei ricami di perle, corallini, pasta di vetro. Un’opera preziosa come la definì la stessa Susanna Agnelli e che ancora oggi desta grande meraviglia in chi va a visitare la Chiesa, tanto da trovarmi l’altare sul mio telefonino inviatomi da una collega con tanto di richiesta: “Scrivi di questa bellezza, tutti devono conoscere che meraviglia e quanta arte c’è in giro che a volte non se ne conosce nemmeno l’esistenza”. Ho raccolto la sua richiesta e fatta mia perché attratta da tanta bellezza. Credo che riportare alla luce un pezzo del genere, che poteva essere anche abbattuto da persone con occhi poco attenti e poco sensibili come succede spesso nella foga di costruire il nuovo, sia da lodare. Il merito all’architetto Antonio Irlando che, mosso dalla sua sensibilità e competenza, ha risvegliato l’attenzione nella senatrice. E pensare che Susanna Agnelli era lì per una piccola sosta prima di procedere per Amalfi e che aveva in programma un gelato e alcune degustazioni di Gabriele con il senatore D’Urso. Quando entrambi visitarono l’altare, dopo che gli operai lo scoprirono del velo e lo illuminarono con una luce, rimasero sorpresi. La senatrice dovette inginocchiarsi e non si preoccupò di finire nella polvere e rovinare il cachemire della sua sciarpa. La struttura massiccia e lineare è di grande impatto scenico. I ricami sono simmetrici, ricchi di fiori e di foglie con un tondo centrale dove sono ricamati due cuori rifiniti da una corona di foglie e fiori. I ricami vanno dal rosa ciclamino al verde scuro, all’amaranto, beige e verde tenue. Colori delicati intrecciati in un mosaico che ha più le sembianze di un ricamo con tanto di aghi e filo. Spicca su tutto l’oro degli stucchi, la porta centrale dell’Eucarestia, il tondo sotto la base e i contorni. Un pezzo di arte sacra unico! Chi passa per Vico non può perdere un capolavoro del genere, portato alla bellezza di oggi dalla senatrice Susanna Agnelli e dall’insistenza e dalla sensibilità dell’architetto Antonio Irlando.

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