Folla a Bagnoli e Sant'Antimo fin dalle ore del mattino. E c'è chi si vende il tagliando per fare prima il provino
Fonte: Paolo De Luca da La Repubblica Napoli
«Mi sono svegliata apposta alle 7 per andare dal parrucchiere». Messa in piega fresca di spazzola, trucco leggero, occhi e viso frizzanti. È proprio sullo sguardo, «sveglio e molto alla napoletana», che punta Chiara, 26 anni, impiegata part time in uno studio di avvocati. La ragazza è una delle prime ad arrivare in via Silio Italico a Bagnoli, dove nell'enoteca MarVin, diretta dal sommelier Pasquale Poerio, si tiene il casting della terza stagione di "Gomorra la serie". Si cercano comparse sia lì che al bar "Maybe" di Sant'Antimo, anche minorenni, per le prossime puntate della fiction targata Sky, Cattleya e Fandango. Si parte alle 10.30, ma Chiara arriva a Bagnoli già alle 9. Alle 12 è ancora lì, in attesa del suo turno, assieme ad altri 380 ragazzi e ragazze. Hanno tutte le età, vengono da Napoli e provincia. Qualcuno anche da Salerno, fino a Battipaglia. Per molti non è il primo provino. «Da sempre il mio desiderio è lavorare nel mondo dello spettacolo - dice Franco, 19 anni, grafico - Ho già fatto provini alla Rai. Gomorra? Mi piace, ma per me rappresenta soprattutto un'occasione, visto il suo successo».
Il sogno della televisione, di una carriera sul set: la fiction diretta da Stefano Sollima è un modo come un altro per provarci. L'idea di emulazione, o di retaggio di alcuni temi trattati, non attecchisce: «Certo, so benissimo che è un telefilm che parla di camorra - riprende Chiara - Ma che vuoi dire? È televisione, non vita reale, io di certo non mi riconosco nei personaggi raccontati. Sicuramente adoro Marco D'Amore, non il Ciro che interpreta». La pensano così anche Anna e Massimo, casalinga e agente di commercio di Marano, genitori di Alessandro, 15 anni, e zii di Martina, di 17. Entrambi hanno fatto il provino, «così, per provare, è una bella esperienza» e hanno aspettato più di tre ore. «L'organizzazione non è stata all'altezza - spiega Anna - Molti ragazzi non riusciranno a partecipare al casting: hanno esaminato appena cento persone su 300, nonostante l'attesa di una mattinata intera. Non è giusto». Infatti, mentre a Sant'Antimo (anche lì si presentano a centinaia ), la produzione è assistita da un rigido sistema organizzativo, a Bagnoli sono gli stessi aspiranti attori ad organizzarsi: «Abbiamo comprato tre blocchetti dichiarano - con dei numeri da distribuire, cercando di rispettare l'ordine di arrivo». Ma è questione di minuti e subito inizia una contrattazione per ottenere il biglietto con la cifra più bassa in modo da entrare prima: «Ad un certo punto - parla uno dei tanti in fila- ero stufo di attendere il mio turno e ho venduto il tagliando per 10 euro». Dicono che qualcuno ne abbia offerti anche 50. La coda, che procede ordinata, è una massa eterogenea composta dalla più varia umanità: facce giovani, facce pulite o "vissute", tra genitori, bambini, operai, impiegati, disoccupati. Ognuno prova per una volta, ad immaginarsi attore. «Scrivi qui le tue generalità, se sei automunito o hai un motorino - spiegano rapidamente gli addetti al casting - e indica su questo foglio se hai precedenti penali». Qualcuno completa anche quest'ultima sezione. Spiegano dalla produzione: «Possono partecipare se non hanno condanne per associazione di stampo camorristico o per reati gravi». Al momento della foto, i candidati sollevano una lavagnetta col loro nome e numero di telefono. «Sì, ho sbagliato in passato nella mia vita- dice un uomo, poco più di 40 anni, che ha appena completato il provino - Ma è un discorso chiuso. Ora lavoro in una fabbrica, mia figlia studia. Una possibilità per il cinema si da a tutti, no?».
Fonte: Paolo De Luca da La Repubblica Napoli
«Mi sono svegliata apposta alle 7 per andare dal parrucchiere». Messa in piega fresca di spazzola, trucco leggero, occhi e viso frizzanti. È proprio sullo sguardo, «sveglio e molto alla napoletana», che punta Chiara, 26 anni, impiegata part time in uno studio di avvocati. La ragazza è una delle prime ad arrivare in via Silio Italico a Bagnoli, dove nell'enoteca MarVin, diretta dal sommelier Pasquale Poerio, si tiene il casting della terza stagione di "Gomorra la serie". Si cercano comparse sia lì che al bar "Maybe" di Sant'Antimo, anche minorenni, per le prossime puntate della fiction targata Sky, Cattleya e Fandango. Si parte alle 10.30, ma Chiara arriva a Bagnoli già alle 9. Alle 12 è ancora lì, in attesa del suo turno, assieme ad altri 380 ragazzi e ragazze. Hanno tutte le età, vengono da Napoli e provincia. Qualcuno anche da Salerno, fino a Battipaglia. Per molti non è il primo provino. «Da sempre il mio desiderio è lavorare nel mondo dello spettacolo - dice Franco, 19 anni, grafico - Ho già fatto provini alla Rai. Gomorra? Mi piace, ma per me rappresenta soprattutto un'occasione, visto il suo successo».
Il sogno della televisione, di una carriera sul set: la fiction diretta da Stefano Sollima è un modo come un altro per provarci. L'idea di emulazione, o di retaggio di alcuni temi trattati, non attecchisce: «Certo, so benissimo che è un telefilm che parla di camorra - riprende Chiara - Ma che vuoi dire? È televisione, non vita reale, io di certo non mi riconosco nei personaggi raccontati. Sicuramente adoro Marco D'Amore, non il Ciro che interpreta». La pensano così anche Anna e Massimo, casalinga e agente di commercio di Marano, genitori di Alessandro, 15 anni, e zii di Martina, di 17. Entrambi hanno fatto il provino, «così, per provare, è una bella esperienza» e hanno aspettato più di tre ore. «L'organizzazione non è stata all'altezza - spiega Anna - Molti ragazzi non riusciranno a partecipare al casting: hanno esaminato appena cento persone su 300, nonostante l'attesa di una mattinata intera. Non è giusto». Infatti, mentre a Sant'Antimo (anche lì si presentano a centinaia ), la produzione è assistita da un rigido sistema organizzativo, a Bagnoli sono gli stessi aspiranti attori ad organizzarsi: «Abbiamo comprato tre blocchetti dichiarano - con dei numeri da distribuire, cercando di rispettare l'ordine di arrivo». Ma è questione di minuti e subito inizia una contrattazione per ottenere il biglietto con la cifra più bassa in modo da entrare prima: «Ad un certo punto - parla uno dei tanti in fila- ero stufo di attendere il mio turno e ho venduto il tagliando per 10 euro». Dicono che qualcuno ne abbia offerti anche 50. La coda, che procede ordinata, è una massa eterogenea composta dalla più varia umanità: facce giovani, facce pulite o "vissute", tra genitori, bambini, operai, impiegati, disoccupati. Ognuno prova per una volta, ad immaginarsi attore. «Scrivi qui le tue generalità, se sei automunito o hai un motorino - spiegano rapidamente gli addetti al casting - e indica su questo foglio se hai precedenti penali». Qualcuno completa anche quest'ultima sezione. Spiegano dalla produzione: «Possono partecipare se non hanno condanne per associazione di stampo camorristico o per reati gravi». Al momento della foto, i candidati sollevano una lavagnetta col loro nome e numero di telefono. «Sì, ho sbagliato in passato nella mia vita- dice un uomo, poco più di 40 anni, che ha appena completato il provino - Ma è un discorso chiuso. Ora lavoro in una fabbrica, mia figlia studia. Una possibilità per il cinema si da a tutti, no?».