Vincenzo De Luca |
Regione Campania - Serrare le truppe, allargare la propria 0 maggioranza quanto più possibile, rendersi autonomo pescando di volta in volta in bacini amici (Ncd per esempio), mettendo in minoranza (nella maggioranza) il partito di governo. È un ritorno alle origini quello di De Luca. Che sta facendo preoccupare e non poco una parte del partito romano. "Tartaglione dice che con De Luca è finita la luna di miele. Ma quando mai è cominciata". Chi conosce le cose di palazzo e come funziona la vita nei grattacieli del Centro direzionale sa che tra il governatore e il suo partito non c'è mai stata una corrispondenza di amorosi sensi. «Anime morte» è stata, per anni, la definizione gogoliana più utilizzata dal governatore pur rimanendo m direzione nazionale. Ma, dicevamo, col Pd campano, men che meno con quello napoletano, c'è stato feeling. Sin dall'inizio. Sin da quando i notabili napoletani, nella nuova veste renziana, hanno dovuto digerire la candidatura dell'ingombrante sindaco di Salerno. E così gli ultimi attacchi dei potenti Casillo (lottiano) e Topo (gueriniano) stanno, tutto sommato, agevolando la strategia deluchiana dell'autodeterminazione politica, dell'autosufficienza numerica, che nel passaggio da Salerno e Napoli s'era persa. Per due motivi complementari. Il primo: non dover neanche più ascoltare i ricatti del Pd. E, in secondo luogo, mandare un messaggio chiaro a Roma: la forza carismatica e politica ce l'ho io, è con me che dovete continuare a fare i conti.
Tant'è che, a fronte di una rottura postreferendaria (fritture comprese) tra il fronte renziano e De Luca, il ministro Luca Lotti pare stia continuando a chiedere ai suoi cautela. Perché i segni della secessione deluchiana ci sono tutti. Lunedì in quel di Afragola va in scena Campania libera, la lista deluchiana con l'ambizione di farsi contenitore per chi è di centrosinistra ma si sente lontano dal Pd (il governatore sarà presente e chiuderà l'iniziativa). I due registi sono il consigliere regionale Tommaso Casillo e il deputato di Scelta civica Giovanni Palladino che spiega: «C'è spazio per un progetto politico collegato a Santa Lucia su temi concreti, in cui io parlamentare faccio da anello di collegamento tra Roma e la Campania». Il primo ad aderire al progetto è Franco Moxedano eletto con Idv. L'obiettivo è presentarsi alle prossime amministrative, ma qualcuno sussurra anche addirittura al Senato. Facciamo un po' di conti: Campania Libera ha già 5 consiglieri, a cui si aggiungerebbe Moxedano, Scelta civica ne ha 3, altri 5 fanno parte del gruppo De Luca presidente, 2 dell'Udc. E siamo già a quota 16. A cui bisogna aggiungere i 3 consiglieri democratici di stretta osservanza deluchiana e almeno altri 3 in rotta col capogruppo e la possibilità, di volta in volta, di trovare sponde amiche anche nel centrodestra. Insomma De Luca può vivere serenamente in consiglio regionale senza i renziani. Il che, paradossalmente, lo fa somigliare sempre più a Luigi de Magistris: leader eretici, movimentisti, allergici ai riti di partito (dirlo del comunista De Luca fa quasi ridere, ma tant'è) e ai governi nazionali. Sarà per questo che litigheranno da mane a sera? Troppo uguali per condividere un unico stagno. Poco importa se assomiglia più a una palude che a chiare fresche e dolci acque.