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Carlo Alfaro e Gianlivio Fasciano |
Sorrento - Avvocato lavorista per professione, atleta per hobby e scrittore per passione, Gianlivio Fasciano, autore del romanzo “La Vite e la Vela”, ha presentato con successo il suo testo la sera del 16 gennaio alla Libreria Tasso a Sorrento dinnanzi ad un numeroso e qualificato parterre composto da artisti, intellettuali, professionisti, giornalisti e fotografi, tutti colpiti dalla scrittura asciutta ed efficace dello scrittore e dalle emozioni e i messaggi di spessore veicolati dal suo racconto. Sono intervenuti nella presentazione, accanto all’autore, il pediatra e operatore culturale Carlo Alfaro, la psicoterapeuta Maria Grazia Santucci, e le lettrici Teresa Corcione e Angela Marciano. Il libro racconta la vicenda umana di Linda, giovanissima napoletana della Loggetta, un quartiere popolare, che lavora come lavascale nei condomini della Napoli bene e sembra condannata, come tutte le ragazze del suo livello socio-economico, ad una vita anonima che tarpa le ali alla sua indomita ansia di libertà e al suo naturale anelito di conoscenza. Eppure, improvvisamente, un'imprevista catastrofe le sconvolge la vita: mentre sta osservando un uomo – e in particolare, la sua spilla – cade dalle scale che sta lucidando, e si infortuna gravemente.
L’infortunio rappresenta
l’avvio di un cambiamento radicale, che rompendo ogni precedente equilibro e certezza avvia la protagonista verso un nuovo destino nella città di Trieste, dove approda quasi per caso e dove inizia la sua seconda vita, che si rivelerà poi strettamente interconnessa alla prima. Linda e gli altri personaggi del libro si muovono dunque sullo sfondo di due città per qualche verso contrapposte, Napoli dai mille colori, irrequieta e distratta, con le sue eterne contraddizioni e vite ai margini, e Trieste battuta dal vento, nordica ed europea, ma entrambe pulsanti di vita contemporanea, caotica, esasperata ed incerta. Le due città rappresentano in un certo senso una metafora: Napoli è la radice, la vite che si avvolge al corpo, Trieste il vento dove la vela della vita può spiegarsi libera. Due città dunque intese come luoghi dell’anima, allo stesso tempo sfondo e protagonisti del romanzo. Napoli e Trieste, dice Fasciano, “sono due città apparentemente molto diverse, ma in realtà entrambe città libere, che non giudicano. Napoli perché non si cura delle sorti del singolo, Trieste perché è come se fosse l’orto d’Europa, è una città che per le molte influenze ricevute non appartiene a nessuno”. Un romanzo che racconta un percorso di vita, e un autentico viaggio nell’anima. Un viaggio dove tutto converge e tutto si compie, come nella rotonda di via Manzoni a Napoli, da cui prende avvio la vicenda, la cui circolarità assurge a significato della esistenza umana. Gianlivio Fasciano, nato a Termoli, vive e lavora a Napoli, e ha due deliziose bambine. Avvocato lavorista impegnato in delicate vertenze occupazionali e sindacali su tutto il territorio nazionale, con “La vite e la vela” è al suo esordio letterario, ma ha già completato il suo secondo romanzo. Il romanzo è risultato finalista al concorso nazionale Alberoandronico a Roma, dopo aver superato una selezione di oltre settecento concorrenti, e ha ricevuto numerosi consensi, premi e riconoscimenti.
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