Fonte: Anna Maria Boniello da Il Mattino
Capri - Continua la querelle sull'ipotesi che possano arrivare sul territorio dell'isola di Capri sino a 45 migranti con lo status di rifugiati politici. A gettare acqua sul fuoco sull'acceso dibattito che impazza soprattutto in rete sono i due sindaci, che vanno alla ricerca di provvedimenti adeguati per evitare soluzioni improvvisate. n problema dei migranti, da ospitare nei comuni della provincia di Napoli in misura proporzionale alla popolazione residente, era stato comunicato dal prefetto Pantalone (che lascia Napoli per assumere l'incarico di Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione) nel corso di una riunione con tutti i primi cittadini della provincia. In quella sede il prefetto aveva comunicato ai sindaci il numero dei rifugiati politici che dovevano ospitare e così Capri ha appreso di doverne accogliere un massimo di 23 e Anacapri un massimo di 22. A parte i numeri il prefetto consigliò di non concentrare i gruppi in strutture uniche e, in rispetto alle direttive ministeriali, di coinvolgere le associazioni di volontariato e di assistenza presenti sul territorio onde poter ottenere anche la loro collaborazione. Non appena la notizia si è diffusa sull'isolasi è immediatamente creato il fronte dei favorevoli e contrari. Le polemiche hanno coinvolto anche i vertici istituzionali e in particolare il sindaco di Capri Gianni De Martino, che ieri è dovuto scendere in campo per smentire le accuse di razzismo che gli erano arrivate per dichiarazioni a lui attribuite da alcuni organi di stampa.
«Sono allibito tuona de Martino - da alcune notizie di stampa su mie presunte dichiarazioni di contrarietà di una eventuale accoglienza a Capri di migranti. Mi si attribuisce un piglio quasi razzista che mi è estraneo, e tutte le mie dichiarazioni sono state stravolte, mai pronunciate e i toni profondamente sbagliati. Capri è stata da sempre la capitale dell'accoglienza - dice De Martino - e anche in questa occasione intende confermarlo. Smentisco categoricamente di aver anche solo lontanamente pensato discaricare su altre località turistiche, come Ischia, il dovere di garantire la giusta accoglienza ai migranti. Capri non verrà meno al dovere morale, umano e civile di dare assistenza a persone sfortunate, e farà la sua parte individuando soluzioni adeguate e compatibili con il suo territorio». Intanto ad Anacapri ieri si è tenuto un primo vertice per organizzare un servizio di accoglienza ai richiedenti asilo. Un incontro, convocato dal sindaco Cerrotta, che ha riunito intorno ad un tavolo Federalberghi, Ascom, CapriExcellence il Comitato Civico La Fenicia, e l'Associazione San Vincenzo de Paoli per confrontarsi sulla possibilità di accogliere i 22 migranti destinati al comune. Per favorire l'inserimento il sindaco ha chiesto il supporto dei convocati per dar vita ad un progetto di integrazione globale fornendo agli stranieri strumenti idonei quali corsi di lingua italiana, di informatica, di storia, unitamente ad un sostegno sociopsicologico. Infine il sindaco ha ipotizzato di coinvolgere le attività produttive per assicurare ai migranti anche la possibilità di accedere ad un percorso di formazione lavorativa.
Capri - Continua la querelle sull'ipotesi che possano arrivare sul territorio dell'isola di Capri sino a 45 migranti con lo status di rifugiati politici. A gettare acqua sul fuoco sull'acceso dibattito che impazza soprattutto in rete sono i due sindaci, che vanno alla ricerca di provvedimenti adeguati per evitare soluzioni improvvisate. n problema dei migranti, da ospitare nei comuni della provincia di Napoli in misura proporzionale alla popolazione residente, era stato comunicato dal prefetto Pantalone (che lascia Napoli per assumere l'incarico di Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione) nel corso di una riunione con tutti i primi cittadini della provincia. In quella sede il prefetto aveva comunicato ai sindaci il numero dei rifugiati politici che dovevano ospitare e così Capri ha appreso di doverne accogliere un massimo di 23 e Anacapri un massimo di 22. A parte i numeri il prefetto consigliò di non concentrare i gruppi in strutture uniche e, in rispetto alle direttive ministeriali, di coinvolgere le associazioni di volontariato e di assistenza presenti sul territorio onde poter ottenere anche la loro collaborazione. Non appena la notizia si è diffusa sull'isolasi è immediatamente creato il fronte dei favorevoli e contrari. Le polemiche hanno coinvolto anche i vertici istituzionali e in particolare il sindaco di Capri Gianni De Martino, che ieri è dovuto scendere in campo per smentire le accuse di razzismo che gli erano arrivate per dichiarazioni a lui attribuite da alcuni organi di stampa.
«Sono allibito tuona de Martino - da alcune notizie di stampa su mie presunte dichiarazioni di contrarietà di una eventuale accoglienza a Capri di migranti. Mi si attribuisce un piglio quasi razzista che mi è estraneo, e tutte le mie dichiarazioni sono state stravolte, mai pronunciate e i toni profondamente sbagliati. Capri è stata da sempre la capitale dell'accoglienza - dice De Martino - e anche in questa occasione intende confermarlo. Smentisco categoricamente di aver anche solo lontanamente pensato discaricare su altre località turistiche, come Ischia, il dovere di garantire la giusta accoglienza ai migranti. Capri non verrà meno al dovere morale, umano e civile di dare assistenza a persone sfortunate, e farà la sua parte individuando soluzioni adeguate e compatibili con il suo territorio». Intanto ad Anacapri ieri si è tenuto un primo vertice per organizzare un servizio di accoglienza ai richiedenti asilo. Un incontro, convocato dal sindaco Cerrotta, che ha riunito intorno ad un tavolo Federalberghi, Ascom, CapriExcellence il Comitato Civico La Fenicia, e l'Associazione San Vincenzo de Paoli per confrontarsi sulla possibilità di accogliere i 22 migranti destinati al comune. Per favorire l'inserimento il sindaco ha chiesto il supporto dei convocati per dar vita ad un progetto di integrazione globale fornendo agli stranieri strumenti idonei quali corsi di lingua italiana, di informatica, di storia, unitamente ad un sostegno sociopsicologico. Infine il sindaco ha ipotizzato di coinvolgere le attività produttive per assicurare ai migranti anche la possibilità di accedere ad un percorso di formazione lavorativa.