Il vecchio rudere trasformato in solarium sigilli a cantiere sulla collina dei Camaldoli

Fonte: Massimiliano D'Esposito da Il Mattino 

Vico Equense - Questa volta il cantiere per l'edificazione di opere abusive era attivo in uno degli angoli tra i più belli e affascinanti della penisola sorrentina. Gli operai, infatti, erano al lavoro in località Camaldoli, sulla collina nei pressi dell'ex eremo che sorge nella frazione collinare di Arola, a Vico Equense. Il Wwf Terre del Tirreno, alcuni giorni fa, ha ricevuto una segnalazione da parte di alcuni escursionisti che transitando nella zona, hanno notato una ruspa intenta a scavare pietre sulla cima della collina e alcuni manovali nelle vicinanze di un fabbricato m costruzione con copertura in lamiere grecate e pareti in blocchi di lapil cemento addossato a un vecchio rudere in pietra calcarea. Gli operai erano impegnati nel costruire un muro sul perimetro esterno che, però, stranamente, veniva poi ricoperto con paglia e vegetazione. Visto che sul cantiere non era affissa alcuna tabella, come invece previsto dalla legge, il Wwf ha immediatamente segnalato i lavori in corso agli enti preposti e al Corpo Forestale dello Stato del compartimento di Castellammare di Stabia. I militari, una volta giunti sul posto, hanno accertato la modifica dello stato dei luoghi e l'illegittimità delle opere realizzate in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico. Immediatamente sono stati apposti i sigilli al manufatto e alle murature calcaree in realizzazione, le quali erano destinate, come si presume, a simulare un'antica costruzione. Inoltre i forestali hanno proceduto a sequestrare anche una piscina di circa 32 metri quadrati che risulta poggiata su di un massetto m calcestruzzo e rivestita da pannelli prefabbricati con rivestimento in pietre e dotata di tutta una serie di impianti posizionati in armadi metallici esterni.
 
Gli uomini della Forestale, nell'ambito della stessa operazione, hanno apposto i sigilli anche ad un solarium con pavimento in pietra calcarea di circa 50 metri quadri, uno spogliatoio in legno di 7,5 metri quadrati ed un locale deposito delle stesse dimensioni. Per il proprietario del fondo è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. La segnalazione degli ambientalisti ha evitato, almeno in parte, che si consumasse un nuovo attacco all'ecosistema della penisola sorrentina. L'area interessata dai lavori abusivi, infatti, ha un elevato valore storico-paesaggistico. L'ex eremo camaldolese, che i monaci ribattezzarono con il nome de il «Ventoso», fu istituito nel 1606 e per circa due secoli, fino alle soppressioni napoleoniche dei primi anni del 1800, ha ospitato comunità di eremiti dediti al lavoro agricolo ed alla contemplazione. «Caratteristica peculiare della regola - spiegano dal Wwf - era la grande lungimiranza circa il ruolo degli alberi messi a dimora a protezione degli eremiche solitamente venivano istituiti in luoghi selvaggi e lontanissimi dai centri urbani Ancor oggi è possibile ammirare diversi notevoli esemplari secolari di frondosi lecci». Gli eremiti camaldolesi che soggiornavano al «Ventoso» scendevano lungo il sentiero di Alberi per raggiungere Seiano, dove si imbarcavano per raggiungere Napoli o per ritirare il grano e altre derrate che a loro giungevano via mare. Ed è proprio nella zona della Marina di Vico Equense che sorge il resort il «Sireneo» di proprietà della consigliera regionale Flora Beneduce e del marito, l'ex esponente della De, Armando De Rosa. Un'area di circa 12mila metri quadrati che i carabinieri della compagnia di Sorrento hanno posto sotto sequestro lo scorso 21 settembre per una serie di presunti abusi riscontrati nella struttura ricettiva. E mercoledì scorso il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso dei legali della coppia De Rosa-Beneduce che chiedevano la rimozione dei sigilli.

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