soltanto attraverso la figura di un medico locale che ci dice cosa significa accogliere e curare i migranti, o constatarne la morte. C'è la Lampedusa di una quotidianità scandita dal lavoro della pesca (anche quella subacquea), dalla vita di famiglia, da una trasmissione radiofonica divertente ed evasiva quanto mille altre e dalle esperienze di un bambino di età puberale, secondo i modi di crescere di una volta, nel confronto con la natura e l’ambiente e nella verifica delle proprie capacità; C’è la Lampedusa dei migranti, delle navi che individuano e assistono gli scafi in cui sono stati ammassati, dei militari e marinai per lo più senza volto (coperti da igieniche maschere), e ci sono anche i morti, in sacchi chiusi mostrati nella loro tremenda normalità, e c’è il racconto tragico ed epico che fanno i migranti del loro viaggio; ci sono i loro, di volti, i cui occhi hanno visto più volte la morte pronta a ghermirli. Subito dopo la proiezione del documentario seguirà un dibattito aperto “Noi e i migranti” con: Marzia Masiello, relazioni istituzionali Ai.Bi. “Associazione Amici dei Bambini” e Giovanni Cioffi, commissione europea.
Cineforum, proiezione di “Fuocoammare”
Monday, 26 December 2016
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