L'Immacolata

Via Avigliano (San Salvatore)
di Filomena Baratto 

Vico Equense - L'Immacolata è la festa che più ricordo con piacere e tutto quello che di piacevole è nei nostri ricordi non andrà mai via. Partecipavo alla novena con la nonna, tutte le mattine prima ancora del sole, eravamo noi alzate già per strada a correre in chiesa per recitare le preghiere ma credo più ancora le nostre richieste, a depositare le nostre paure, ad ascoltare i silenzi come se dovessero dirci qualcosa. Tornare a casa dalla novena era come aver fatto un'impresa piacevole, con le sfogliatelle in mano che mi riscaldavano, il sonno ancora addosso e lungo la strada il profumo di caffè con l'anice, e qualche zampognaro lontano chissà dove. Mi riaddormentavo sul tavolo tra i profumi dei dolci e il latte ancora non bevuto, ai piedi i cani in attesa di comando per andare a giocare. Come si fa a non ritornare ai tempi di questa bellezza sconfinata che basta da sola a darci la forza di conquistare il mondo. Tutte le Imme, le Concette, le Immacolate erano da noi visitate per gli auguri. Era un giorno importante. Eppure niente ricordava la ricorrenza se non quelle luci mattutine e gli addobbi natalizi sparsi per il paese, ma la festa era in noi, soprattutto sul sagrato della chiesa a parlottare, confidandoci di chi doveva partorire, dei bambini lasciati a casa, delle pentole a bollire, della lattaia che non era andata a prendere il latte e dei morti da andare a trovare a cimitero. Cose semplici, di grande valore e fino a casa, anche se dormivo e nonna mi trascinava, ero la sua fidata interlocutrice. Mi raccomandava di dire le preghiere, di mettere i fiori appena a casa davanti al quadro della Madonna. Mi ricordava di essere gentile con tutti affinchè gli altri prendessero il buono di noi e che non facessi arrabbiare il nonno dopo le preghiere fatte in chiesa. Annuivo senza dire alcuna cosa, riflettevo e annuivo piluccando la crema dalla sfogliatella che potevo mangiare solo appena tornata a casa. Qualche vicina la riprendeva per portarmi con lei a un'ora dove i bambini dormono e lei rispondeva che i piccoli sono come gli adulti, apprendono le cose vedendole e questo era un giorno importante che dovevo onorare anch'io. Stamattina mi sono svegliata col profumo dell'anice e della sfogliatella regalatomi da un ricordo intenso e sempre vivo. La mia devozione alla Madonna è nata allora, come tutte le cose che ci vengono insegnate. Nulla resta in noi se non lo apprendiamo con gli esempi. Nessuna scuola è più bella di quella dei nostri cari! Buona Immacolata!

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