Mister “Acquolina in bocca”

Antonino Cannavacciuolo
di Filomena Baratto 

Vico Equense - Se vi siete messi a dieta o avete vagamente l’idea di farlo, che non vi venga in mente di leggere giornali. Io l’ho fatto e mentre sfogliavo un inserto settimanale mi sono imbattuta in Antonino Cannavacciuolo! Appena l’ho visto col suo faccione rassicurante, la stazza che la dice lunga su quello che mangia, il mio pensiero è andato al cibo. Mangiare è un piacere, ancor di più se si conosce l’arte della cucina. Mi sono immersa nell’intervista. Man mano che leggevo, prendevo in considerazione la mancanza di notizie personali dello chef, a vantaggio delle informazioni sulla sua arte. Come se tutti fossimo interessati ai suoi piatti e meno alla star fuori dai fornelli. Quello che mi piace di questo personaggio è quell’aria di esperto che gli leggi negli occhi come se da secoli stesse davanti ai fuochi a cucinare. Il suo volto giovane, appena quarantenne, è contrariamente all’età, rassicurante, pacioso e, sia che vai nel suo ristorante, sia che lo segui in tv, quando cucina, l’acquolina in bocca è il minimo che possa accadere. Adesso poi è dappertutto! Lo trovi su ogni rivista, ogni quotidiano, in ogni programma e, dall’alto della sua esperienza, sai che farebbe mangiare anche i più restii.
 
Quella camicia bianca, quella barba che gli dà autorevolezza, quello sguardo di chi sa di avere l’asso nella manica nel saperti prendere per la gola, a tratti ti rende nervoso e giuri di non poterne più. Magari lo immagini avvocato, restauratore, banchiere, politico…niente! Ma come fai a dissociarlo dal cibo e così il bel proposito di metterti a dieta salta. Il fascino “cannavacciuolesco” è prettamente culinario e dopo che hai assaggiato i suoi piatti, puoi vederlo anche in tenuta da sub, sai che nelle sue vene scorre sangue da chef. Ore e ore passate a disossare prosciutti, a montare albumi, a preparare macedonie, così come racconta nelle sue interviste, sono servite a metterlo sulla strada giusta. Capri, Hotel Vesuvio, Alsazia, solo alcuni dei posti in cui ha lasciato il segno e come si dice dalle nostre parti dove“si è fatto le ossa”. E pensare che i genitori aspiravano per lui una professione da odontoiatra. Non riesco a immaginare Cannavacciuolo chino sul paziente a cavargli un dente. Di sicuro avrebbe dovuto pensare a uno spazio che contenesse tutto il suo metro e novantuno per 140 kg di peso per non investirlo mentre lo curava. Sempre nell’ambito del palato è rimasto: da dentista a “deliziatore gustativo”. Cannavacciuolo figlio è stato un ottimo esempio, lavorando sin da ragazzo senza mai mollare. La sua bravura è anche frutto di tenacia, forza, voglia di farcela. Dovrebbe essere un esempio per tutti i giovani di oggi che cercano tutto subito e in modo facile. E’ importante nella vita non solo fare le cose, ma farle bene, al top, essere competitivi, attenti, sempre. Ora sembra quasi che si diverta a cucinare, a dare interviste, grande star della televisione, ricercato da tutti. E non basta, bisogna aggiungerci anche un Cannavacciuolo autore di testi di cucina, un Pigmalione per altri che ambiscono a diventare grandi chef. Sua nonna paterna rappresenta per lui un grande punto di riferimento e ancora oggi snocciola la sua filosofia spicciola con infiniti aforismi oltre a tenerla sempre in mente ogni volta che va in onda. Famose le sue “pacche” in senso affettuoso per esortare o riprendere i giovani chef, ma anche per benedire chi va sotto la sua sferza. “Il successo non arriva mica dall’acqua e neanche dal cielo, per avere successo in cucina bisogna lottare”, uno dei suoi aforismi. Tra l’altro ci pregia anche di una cucina spicciola con i fascicoli settimanali de “L’alta cucina di tutti i giorni”, in edicola dal 12 gennaio, una possibilità concreta di imparare o migliorare l’arte culinaria, per chi ama fare le cose per bene. E ancora si presta a luoghi di mare descrivendone piatti importanti per la trasmissione “O mare mio” prodotto da Endemol Shine Italy per Discovery Italia, trasmessa dal canale Nove, che corrisponde al 145 di Sky, quattro puntate girate tra Lerici in Liguria, Porto Cesareo in Puglia, Aci Trezza e Porticello in Sicilia. Ritornando alla dieta, invidio sua moglie che riesce ad essere vegetariana con cotanto marito chef, mentre io, appena mi salta dalla pagina dei giornali, lo odio per farmi pensare subito a qualcosa di speciale da mangiare. Ma so che non s’ha da fare e ripiego su ricette di tisane anche quando lo stomaco borbotta e la mente pensa a ravioli di gorgonzola, o tagliolini al tartufo o cubo di tartare di carne…Spero che in giro si trovino anche dentisti all’altezza di un Cannavacciuolo, poichè curare i denti, dopo aver assaggiato le sue ricette, non è cosa da poco. Urge professionalità…possibilmente dentisti in formato pocket!

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