Sono da sempre un attento lettore dei libri e degli articoli di Gian ...Antonio Stella e sono rimasto francamente deluso dal pezzo che ha scritto sul Corriere di ieri, sei settembre, sul mio libro “1866:la grande truffa. Il plebiscito di annessione del Veneto all’Italia” e del relativo acquisto da parte del Consiglio Regionale del Veneto.
Chiariamo subito cifre ed euro (cosa che Stella non fa) : sono stati acquistati 100 libri dal costo di 10 euro e con il sconto del 10% per un totale di 900 (novecento) ; se pensiamo a quanti milioni di euro sono stati spesi per i 150 anni dell’Unità ‘Italia per iniziative discutibilissime, credo ci possa stare anche l’acquisto di qualche copia di una voce fuori dal coro...
Ma è il contenuto dell’articolo che mi lascia perplesso: un pistolotto farcito di retorica patriottarda (sembra di tornare ai tempi del Minculpop…) con riferimenti che non c’entrano nulla con il mio libro incentrato sul plebiscito; cosa c’entrano Daniele Manin (Presidente della Repubblica veneta del 1848/49), Calvi, Lobbia, i fratelli Bandiera (morti nel 1844) con il plebiscito del 1866 ?!?
E comunque sia Gian Antonio Stella che il prof. Isnenghi si guardano bene di contestare le mie tesi, i documenti che propongo, anzi Isnenghi ammette, bontà sua, che “Ci furono pressioni e persino dei trucchi? Può darsi” ammettendo che le mie denunce non sono invenzioni…
Ma vediamo, per i lettori di “Libero” da vicino gli aspetti centrali della questione, quelli che i lettori del “Corriere” non hanno potute approfondire…
1) Alla fine della terza guerra d’indipendenza, il Regno d’Italia, nonostante le due disastrose sconfitte di Custoza e Lissa, si siede dalla parte dei vincitori grazie all’alleanza con la Prussia che ha sbaragliato l’esercito austriaco a Sadowa. L’Austria si rifiuta di cedere direttamente il Veneto, il Friuli e il Mantovano direttamente ai Savoja e lo gira alla Francia affinchè questa lo giri ai Savoja “sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate” testuale dal trattato di pace fra Italia e Austria firmato il 3 ottobre 1866 e fedelmente riprodotto nel mio libro.
2) Il plebiscito viene convocato per i giorni 21 e 22 ottobre 1866;
3) due giorni prima del voto, venerdì 19 ottobre, il Veneto passa al Regno d’Italia in una oscura camera dell’Albergo d’Europa lungo il Canal Grande a Venezia. La notizia viene riportata nella “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” datata 19 ottobre 1866, che i lettori di “Libero” e Gian Antonio Stella possono trovare facilmente anche su internet.
4) I veneti vanno a votare il 21 e 22 ottobre quando tutto è già stato deciso, altro che “sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate”! E questa, per me, è una truffa, una grande truffa.
A meno che, per Gian Antonio Stella, la firma sotto un trattato di pace, sotto un trattato internazionale sia una cosuccia da nulla…
5) Il voto si svolge fra brogli, minacce, intimidazioni varie e il risultato parla di 641.758 SI, 69 NO, e 273 nulli; oltre a considerazioni di carattere storico, culturale e sociale, il dato dev’essere visto anche sotto la dimensione statistica: è matematicamente impossibile che su una massa di quasi 650.000 votanti ci sia il 99,99 % di SI.
Non parliamo delle operazioni di voto: in un documento che ho trovato all’archivio di stato di Padova che in due seggi di Padova città ci furono ben 548 (cinquecentoquarantotto) voti in più…documento dell’archivio di stato !!!
6) non solo quello veneto ma tutti i plebisciti organizzati dai Savoja furono truffaldini e a questi ho dedicato un capitolo intero del mio libro, con copiosa documentazione;
7) Il prof. Sabino Acquaviva così inizia la sua prefazione alla prima edizione (1999) "Un libro importante, culturalmente e politicamente. Ci parla della nostra storia, di quanto è accaduto di quando il Veneto è stato annesso all'Italia. Ci narra quel che è veramente successo, oltre ogni descrizione oleografica, falsa e falsata per motivi politici"
8) E per finire, consiglio a Gian Antonio Stella di andare all’archivio del Corriere, ricercare il quotidiano del 23/11/1997 e leggere l’articolo del grande Indro Montanelli che scrisse “L’Italia è finita. O forse, nata su plebisciti-burletta come quelli del 1860-61, non è mai esistita che nella fantasia di pochi sognatori ai quali abbiamo avuto la disgrazia di appartenere.” Pericoloso indipendentista veneto anche Indro Montanelli?
ETTORE BEGGIATO
ETTORE BEGGIATO