Lorenza Morello: Hillary Clinton paga per essere moglie di un presidente e perché l'America non vuole una donna al comando

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Lorenza Morello
ROMA - Donald J. Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Sugli organi di informazione nazionali e internazionali tante riflessioni, moltissimi editoriali (pro e contro) l'uomo che ha "diviso" il mondo nell'ultimo anno. Ho contattato la dottoressa Lorenza Morello, giurista d'impresa ed esperta di politica ed economia internazionale.
Dottoressa Morello, alla fine ha vinto Trump...
Eh, sì, me ne ero accorta.

I suoi parenti americani saranno contenti!
Beh, alla fine, anche se un'elezione di questa portata tocca gli equilibri mondiali, i primi e diretti interessati restano coloro che saranno governati dal nuovo presidente.

Ma avrebbe votato Hillary Clinton...
Come ho già detto, tra i due nessuno era il "mio candidato" ma, certamente, dovendo scegliere avrei votato lei.

Ma che lettura dà lei al ribaltone di questa notte?
Posto che avendo seguito lo scontro in diretta con gli amici dell'Ambasciata americana devo ancora metabolizzare molti degli input che mi sono arrivati mentre assistevano allo spoglio, a mio modo di vedere Hillary sconta due temi più importanti rispetto allo scandalo delle email.

Ovvero?
Beh, il primo è quello di essere la moglie di un ex presidente, e una buona fetta degli americani non vuole che la Casa Bianca diventi (o torni ad essere) una "questione di famiglia" o "a family matter" come dicono loro. La seconda, e qui si potrebbe dissertare per ore, è che pure la avanzatissima America fa ancora fatica all'idea di votare una presidente donna. 

Ma hanno votato un presidente nero?!
Appunto, nella testa di molti di loro è come se risuonasse la voce "Abbiamo già votato un presidente nero,
adesso torniamo un po' alle cose normali!"

E Trump sarebbe normale?
Trump profuma di barbecue del 4luglio, di sfilata sulla 5strada... di tutte quelle cose in cui gli americani si possono riconoscere. Poi, nella sua goffaggine, è stato capace di fare leva sul binomio "la donna dell'establishment che ci ha rovinato" in confronto a me che sono un "self made man".

Ma i mercati non hanno reagito così bene...
Contrariamente a quanto leggo o sento dire quotidianamente, io non credo che i mercati siano più governati da questo o quel presidente, ma da forze diverse.

Le banche? 
Nemmeno. A farla da padrone credo sia ormai Mr Google che ci dice cosa temere e cosa no.

Ma quindi lei cosa crede accadrà? 
Con l'88% dei voti scrutinati Trump ha già raggiunto voti sufficienti per essere eletto presidente e avere la maggioranza alla Camera e al Senato.
Per quanto l'esito elettorale fosse incerto, nessuno si aspettava una vittoria così ampia dei repubblicani e i mercati asiatici hanno risposto alla notizia in modo disordinato, segnando importanti perdite alle chiusure dei listini (-5% in Giappone). Il dollaro si è indebolito contro euro fino a 1,1240 per poi tornare a 1,11 e i prezzi dell'oro sono saliti del 4%, ma i guadagni si stanno riducendo. 
Tutti i listini europei hanno aperto con un segno negativo (-3%), ma non paragonabile al giorno post-Brexit. L'indice Dax, che ha aperto a -3% ha in questo momento dimezzato le perdite. 
Tuttavia, queste sono reazioni speculative ad un momento di incertezza e di fronte ad un evento inatteso e mentre Trump stava parlando i mercati stavano moderando le reazioni negative. 
Nei prossimi giorni, parte di questa incertezza inizierà a dissolversi e attorno al nuovo presidente si creerà in modo pragmatico un consenso che sarà probabilmente positivo per gli Usa. 

Cambia la politica estera degli Usa?
È più difficile per ora interpretare come muterà la politica estera degli americani e come verranno modificate le aspettative d'inflazione secondo i programmi di maggiore spesa pubblica che i repubblicani probabilmente promuoveranno. 
Il cambiamento crea sempre instabilità a breve termine, ciò che conta però è l'onda lunga.

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