Fonte: Antonio Di Costanzo da la Repubblica Napoli
«Sì, si, le primarie. Quelle con Renzi. C'è pure quello con la barba. Emiliano, ma è pugliese. E c'è quell'altro? Come si chiama?». Luciana Di Cresce, impiegata 38enne, dice, di essere informata, ma più che al voto del Pd sembra essere interessata alle previsioni del tempo: «Se domenica fa bello vado al mare». Storia di un amore non sbocciato in questa tornata elettorale, dove la sfida per un futuro leader del Pd, è vista come un affare interno al partito e non un esercizio democratico aperto a tutti. Scollamento che diventa imbarazzante in alcuni quartieri simbolo, quelli dove un tempo la "classe operaia" dettava la linea politica a sinistra. Rosario Grasso, 51 anni, operaio, sa solo che si voterà per le primarie ma poco più: «C'è stata una cattiva informazione del Pd, non hanno coinvolto la gente. È come se non avessero alcuna voglia di allargarsi ai cittadini».
Lorenzo Strazzullo, insegnante di matematica all'istituto professionale di Bagnoli, è nettissimo: «Del Pd penso tutto il male possibile, non andrò, sarebbe come votare Democrazia cristiana. Anche Renzi sostiene che si vince al centro». Strazzullo è tutt'altro che impreparato, conosce i candidati e ha seguito l'ultimo dibattito in tv. Non si può dire lo stesso dei suoi alunni. Alle primarie possono votare anche i sedicenni che si sono prenotati on line, ma Mina, 18enne, e l'amica Martina, 16enne, sono all'oscuro dell'appuntamento: «Renzi chi? No, non lo conosciamo», «Ma come il presidente», interviene un'altra compagna di classe. Comunque nessuna delle tre è minimamente interessata all'argomento. Antonio Mandato, 81 anni, ex impiegato della Rai, e la moglie Diva Guida sono seduti su una panchina di piazza Esedra, lì dove furono costruite le case per gli operai dell'Italsider. Delle primarie hanno saputo vagamente «qualcosa in tv». Ma ammettono: «No, dei candidati non ne sappiamo niente. C'è Renzi? Ancora? Con la politica abbiamo chiuso, tanto è solo un "magna magna". Forse interesseranno a nostro figlio Paolo, ma lui è di Rifondazione. Può votare lo stesso?». Francesco Penniriello, dirigente di azienda di 72 anni, diserterà la sfida perché è di «un altro credo politico», ma fa il suo endorsement per Renzi: «Può essere il Macron italiano». Guai a parlare di politica a Gaetano De Luca, 53 anni, ambulante: «Ma quale primarie? Io ho due figli disoccupati e qui non cambia mai niente. Pensano solo a multarmi». Rosaria è informatissima, interrompe la spesa dal fruttivendolo di via Manzoni per snocciolare i nomi dei candidati: «Sono Renzi, Emiliano e quell'altro, il ministro». A Luca, di Pianura l'appuntamento del Pd non interessa minimamente: «Votare io? Non ci penso proprio. È una perdita di tempo. E poi non c'è stato alcun coinvolgimento della gente». Vittorio Russo commerciante è sorpreso: «Primarie? Ma che sono?» chiede al figlio Marco. «Una cosa interna al Pd. C'è pure Renzi», risponde il ragazzo, «Renzi candidato? - replica Vittorio Ma come, abbiamo fatto tanto per cacciarlo e si presenta di nuovo?». In via Scarlatti sulle panchine della zona pedonale si parla di politica come se si fosse in una vecchia sezione di partito. Vincenzo Iannone, geometra del Vomero, difende lo strumento delle primarie: «Io e mia moglie ci siamo informati, abbiamo visto i telegiornali, letto i giornali e andremo a votare. Le dico anche che voterò Renzi, gli voglio dare un'altra possibilità anche se sarà l’ ultima». Giovanna giura che sarà al seggio, ma ancora non sa dove sarà allestito. Andrà a votare anche Aristide Tramontano, 80 anni: «I candidati sono Renzi, il ministro della Giustizia Orlando e il governatore del Lazio, anzi, mi correggo della Puglia. Emiliano. L'ex premier parte avvantaggiato. Difendo questo strumento democratico. È vero c'è stato scarso impegno nell'allargare la partecipazione della gente». Alessandro, Giuseppe e Augusto, sono tre studenti diciassettenni del liceo Mazzini. «Primarie? Non ne sappiamo niente. Sono aperte anche ai minorenni? Ma che si vota?». Alessandro cerca di entrare nel cuore del problema: «La verità è che non c'è più fiducia nei politici». «E il Pd non ci rappresenta», dicono gli altri due. Con loro c'è Francesca di 15 anni: «Ce ne vogliono 16? Bene, se ne parlerà l'anno prossimo allora», sorride. Anche nelle roccaforti dell'ex Pci della zona orientale non si vive un clima elettrico per l'appuntamento di domenica. «No, basta. Con questa storia. Non ne voglio più sapere», esclama Valeria, insegnante 35enne di San Giovanni a Teduccio. Andrà a votare Tonino Borriello, l'ex consigliere comunale, ripreso mentre consegnava un euro a una conoscente durante le primarie per la scelta del candidato sindaco. Allora Borriello sostenne Valeria Valente. «Voterò, non vi dico per chi, non sto facendo campagna elettorale». A Scampia sempre per Valeria Valente si era speso molto il consigliere municipale Giorgio Ariosto, uno dei cosiddetti signori delle tessere. «Andrò a votare per Renzi e non regalo euri».